Coloriamoci di lilla

Questa volta il colore è un pretesto per raccontarvi una cosa bella, di quelle che riempiono la pancia di emozioni <3.

Ieri ho partecipato ad un bellissimo evento in Palazzo Vecchio:ha avuto luogo la VIII Giornata del Fiocchetto Lilla che l’associazione Conversando ha organizzato per sensibilizzare sul problema dei D.C.A Disturbi del Comportamento Alimentare ( anoressia, bulimia, bing eating ).Il lavoro dell’associazione è straordinario perché solitamente si tende a non parlarne, a chiudersi nel problema che, se non gestito, peggiora: il cervello malnutrito diventa ossessivo e tende a reiterare le stesse cose.

L’ iniziativa ha visto la partecipazione di alcune scuole fiorentine di secondo grado ( ed i ragazzi hanno partecipato in modo entusiasmante! ) e ha visto l’intervento di numerosi medici i quali hanno raccontato che il problema dei disturbi alimentari è prevalentemente femminile, inoltre la forbice si sta allargando: i disturbi possono arrivare alle elementari oppure in età adulta, durante il periodo della menopausa, quando si ha più difficoltà a riconoscersi in un fisico che è cambiato. La massima incidenza avviene comunque in età adolescenziale, proprio nel periodo durante il quale si forma l’identità. In Italia sono 3 milioni le persone che soffrono di DCA.

I fattori scatenanti possono essere molteplici: disagi di vario tipo, familiarità, sentirsi inadeguati in una società nella quale è più importante apparire che essere e porta i ragazzi a seguire modelli di riferimento sui social  che ostentano una perfezione irreale, data anche dai filtri di IG.

Ha partecipato all’evento anche La Compagnia di Babbo Natale, associazione di beneficenza formata da professionisti e imprenditori, sempre molto partecipe alle tematiche sociali: sosterrà un progetto di peer education in quattro scuole medie superiori di Firenze. All’interno degli istituti che aderiscono al progetto, saranno scelti dei ragazzi per il ruolo di educatori , e quindi formatori, e l’educatore sarà quindi appartenente allo stesso gruppo dei pari, parlerà lo stesso linguaggio e comprenderà le situazioni che stanno vivendo. Trovo che  il progetto  peer education sia entusiasmante, un grande in bocca al lupo per tutti!

Ci sono state anche numerose testimonianze, alcune video altre fisiche ( il compositore Beppe Dati, il cantante Lorenzo Baglioni, l’ imprenditrice Veronica Scopellaro, la modella Matilde Calamai , per citarne solo alcuni ) e vorrei parlarvi dei Disturbi del Comportamento Alimentare proprio attraverso uno dei testimonial, Matilde Calamai, modella, conduttrice televisiva, scrittrice  e blogger, che ringrazio per la disponibilità.

Mrn Come hai iniziato ad  avere disturbi alimentari?

MC Oggi ci sono più strumenti e anche  associazioni come Conversando, che è formata da genitori che hanno capito il problema e quindi sono vicini ai figli. I miei genitori non avevano capito il problema, all’epoca si era meno consapevoli dei disturbi alimentari, quindi ero sola. Inoltre ho iniziato a fare la modella a 14 anni, ero in giro per il mondo e la mia agenzia richiedeva la taglia 38. La taglia ed il peso sono diventati un ossessione: facevo tutto in funzione a quell’obiettivo, stabilendo regole rigide e anche difficili da perseguire

 Mrn In che modo sei riuscita a venirne fuori?

MC  Un giorno, in treno, un amico mi ha suggerito di dare consigli a me stessa come fossi una sorella, come se avessi dovuto dare consigli ad una persona alla quale tenevo. E io così ho fatto. Ogni giorno mi davo dei consigli che risultavano, puntalmente diversi da ciò che invece facevo. Perché i consigli erano a fin di bene mentre io non mi volevo bene. Piano piano ho iniziato a volermi bene e da allora il benessere è diventato una costante della mia vita.

Mrn Matilde quale è il messaggio che desideri mandare alle ragazze che ci leggono?

MC  Il problema non è la taglia o il cibo, il punto è volersi bene, è questo il primo passo da fare. Facevo la modella a 20 e indossavo la taglia 38, faccio la modella anche oggi a quasi 40 anni e indosso una 42: la taglia non c’entra, accade tutto nella nostra mente.

Ho accennato sopra alle insidie dei social come vetrina di modelli irreali, ma i social sono anche uno straordinario tam tam per una divulgazione positiva: vogliamo farli diventare una grande cassa di risonanza per far conoscere l’ Associazione Combinando?

 

 

 

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